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Aiutiamo "lu zu Turiddu"

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Comitato Libera Solidarietà

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Aiutiamo "lu zu Turiddu"

Aiutiamo "lu zu Turiddu"

Campagna terminata
  • Raccolti € 40,00
  • Sostenitori 3
  • Scadenza Terminato
  • Modalità Donazione semplice  
  • Categoria Comunità & sociale

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Il Progetto

Questa è una storia di terrore.

Una storia dove il male si manifesta per anni con il suo alito di paura e disperazione, per poi spegnersi all'improvviso in un finale, se vogliamo, ancora peggiore, di silenzio e rassegnazione! 
Ma noi riteniamo che il finale di questa storia si possa ancora scrivere, qui, tutti insieme!
È la storia della paninoteca de "lu zu Turiddu" stretto nella morsa della microcriminalità siciliana (che tanto Micro non è mai stata!). 
Lo zio Salvatore, per gli amici fuori sede, è un uomo onesto che ha dedicato una vita intera al lavoro, offrendo a chiunque passasse dalla sua cittadina la possibilità di soddisfare un appetito improvviso a tutte le ore del giorno e della notte. La sua attività comincia da ragazzo col padre, successivamente si mette in proprio e col passare degli anni diventa un simbolo dello street food Castelvetranese e soprattutto un riferimento del popolo della notte. Premiato dalla sua tenacia e dalla sua dedizione al lavoro, amato per il suo cuore generoso e stimato per la qualità del suo cibo, progredisce la sua attività ed aumentano i dipendenti e le soddisfazioni professionali.
Ma insieme a questo successo arrivano le difficoltà di un ambiente pericoloso qual'è la strada di notte e soprattutto la mentalità mafiosa nella quale è cresciuta ed ha vissuto impunìta una piccola ma rumorosa parte della società castelvetranese, proveniente dai ceti meno abbienti e dai quartieri popolari delle periferie di paese.
È questo il contesto in cui per anni lu zu Turiddu subisce le angherie ed i soprusi di un gruppo di prevaricatori che riescono a piegarlo alle loro richieste, a spaventare la sua famiglia e ad annichilire la sua volontà di riscattarsi e denunciare. Mortificano i suoi sacrifici, terrorizzano i clienti ed attentano alla sua attività in più occasioni, imponendo condizioni psicologiche al limite della sopportazione, generando pesanti ripercussioni sulla moglie e sul figlio che sceglierà in seguito la via dell'emigrazione all'estero.
Dietro di loro non si cela nessuna famiglia di spessore criminale, né richieste di pizzo riconducibili al temibile clan mafioso dei Messina Denaro.

Di mafioso c'è solo la mentalità parassita di un nugolo di avanzi di galera che, al lavoro onesto, preferisce l'oppressione dei "buoni", erroneamente considerati deboli, l'annullamento della loro dignità e lo sfruttamento indebito delle loro risorse e dei frutti del loro impegno quotidiano! 
Finisce tutto la sera del 10 gennaio 2016 con un colpo di fucile in pieno petto, lu zu Turiddu in un momento di non lucido stato di follia e disperazione, si sostituisce alla giustizia terrena spedendo anzitempo il suo oppressore dinnanzi al Creatore! 


Il silenzio assordante dell'innocenza perduta, andata in frantumi insieme a tutta un'esistenza votata al senso del dovere. Lo sconforto di aver gettato alle ortiche ogni sogno ed ogni sacrificio fatto fin li, ogni progetto, il futuro tutto. Iniziava un incubo peggiore di quello appena terminato. Lu zu Turiddu si costituisce ed i malviventi, in preda alla rabbia della perdita subita gli distruggono il camion dei panini, alla presenza delle autorità inermi... fino all'ultimo!
Il giorno successivo, un ondata di sdegno e rabbia divide il paese tra coloro che sostengono il diritto estremo della sopravvivenza, difeso anche a costo di letali conseguenze e chi invece difende il diritto inalienabile della Vita, supremo valore rispetto a qualsivoglia eccezione.

Noi non siamo qui per giudicare l'accaduto e nemmeno le persone coinvolte in questa triste vicenda. Non siamo giudici, ma potremmo essere vittime a nostra volta. Ci colpisce molto come si possa invertire il corso di una vita nel giro di poche ore, ed azzerare il senso di tanti sforzi in direzione di una serena vecchiaia, tramutati nella cella di un carcere, l'allontanamento dalla famiglia e dal l'affetto dei cari, la fine di un progetto lavorativo nato 20 anni prima...
Noi sentiamo di voler essere il nuovo punto di partenza di lì zu Turiddu. Perché non tutto è perduto. Il nostro rispetto e la nostra solidarietà non lo sono. Solidarietà che dovrà manifestarsi in un gesto concreto, perché sappiamo che la sua famiglia è sommersa dalle spese legali e che tanto affetto è stato manifestato loro da più parti: che si tramuti in un aiuto concreto! Facciamo ognuno la nostra piccola parte, mettiamo mano al portafogli e doniamo quello che possiamo, quello che sentiamo giusto ed aiutiamolo ad uscire fuori da questo calvario serenamente, espiando le sue colpe se deve, ma senza gravare ulteriormente sulla sua già provata situazione. Un piccolo gesto per un grande obbiettivo, la comunità che si stringe attorno ad uno dei suoi figli e lo sostiene ammorbidendone la caduta!

Questa piattaforma è uno dei due punti di raccolta fondi per aiutare la famiglia Accardi a sostenere le spese legali. È attivo anche un altro punto di raccolta presso il cinema Marconi di Castelvetrano. Presto svilupperemo altre iniziative di cui vi terremo informati! 

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