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Aiutiamo i militanti del S.I. Cobas a sostenere le spese legali

Una campagna di
ControTendenza

Contatti

Una campagna di
ControTendenza

Aiutiamo i militanti del S.I. Cobas a sostenere le spese legali

Aiutiamo i militanti del S.I. Cobas a sostenere le spese legali

Campagna terminata
  • Raccolti € 1.674,00
  • Sostenitori 64
  • Scadenza Terminato
  • Modalità Donazione semplice  
  • Categoria Comunità & sociale
  • Obiettivi
    1. Zero Povertà
    2. Sconfiggere la fame
    8. Lavoro dignitoso e crescita economica

Una campagna di 
ControTendenza

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Il Progetto

>>English Version<<

Pur non facendo parte del sindacato S.I. Cobas -visto il grande rilievo per la città di Piacenza, e non solo- in quanto solidali abbiamo sentito la necessità di mobilitarci e di impegnarci per far in modo che la loro lotta possa continuare. Per questo abbiamo deciso di lanciare questa raccolta fondi il cui intero ricavato verrà devoluto al S.I. Cobas per pagare le spese legali conseguenti al forte attacco repressivo da loro subito, che ha comportato:

  • 13.200 euro di multa per presunta violazione delle misure di contenimento dei contagi
  • Arresti domiciliari per 2 dei principali esponenti del sindacato, Carlo e Arafat
  • divieti di dimora nel comune di Piacenza 
  • 6 avvisi di revoca dei permessi di soggiorno
  • 21 indagati con possibili misure di sorveglianza speciale
  • Sequestro di computer e telefoni 

Tutto ciò è avvenuto a seguito di uno sciopero a Fedex-Tnt (secondo più grande colosso logistico, dopo Amazon).

Il S.I.Cobas è uno dei sindacati più attivi e da anni è impegnato nel concreto miglioramento delle condizioni di lavoro nel mondo della logistica, un settore strategico dove tuttavia sussistono altissimi livelli di sfruttamento che arrivano spesso a ledere la dignità di chi vi lavora.

Con questo appello vogliamo rilevare che il percorso del S.I.Cobas, dalla prima grande lotta alla TNT circa 10 anni fa fino ad oggi, sia stato un percorso dal bilancio positivo, che ha portato a condizioni di lavoro e di vita più giuste per migliaia di lavoratori, semplicemente facendo emergere comportamenti criminali (caporalato, contratti irregolari) e portando i datori di lavoro a  rispettate le regole che la legge italiana impone.

Per lo Stato, ciò ha significato il recupero di centinaia di milioni di euro ogni anno in termini di fiscalità e di contribuzione. Soldi che vanno quindi a pagare le opere pubbliche e le pensioni, e che prima dell'intervento del S.I.Cobas venivano spesso eluse tramite le condizioni di nero o semi-nero nelle quali erano intrappolati i lavoratori.

Se il S.I.Cobas in questi anni è riuscito a fare la differenza è soprattutto grazie alla loro arma più forte: la solidarietà.

«Se toccano uno, toccano tutti» non è solo uno slogan, è la loro prassi, è ciò che crea coesione e forza. L’hanno dimostrato, ad esempio, le 3000 persone che sabato 13 marzo -pochi giorni prima del rientro in zona rossa- sono arrivate nella nostra piccola città da tutt’Italia, mossi da un sentimento di solidarietà ma anche di rabbia.

Abbiamo, infatti, assistito ad un’azione violenta, che ha colpito duramente il sindacato e cercando di tagliargli la testa. Più che da operazione di ordine pubblico ci appare come una repressione politica. 

L’operazione che coinvolge queste 29 persone è inoltre avvenuta a pochi giorni di distanza dalle manifestazioni promosse a Piacenza per i lavoratori dello spettacolo e di fronte ai cancelli di Amazon in occasione dello sciopero femminista dell’8 marzo. Questi ultimi fatti fanno propendere un occhio attento a cogliere una malcelata volontà di stroncare la grande capacità di catalizzazione che il sindacato aveva in città anche all'infuori della logistica.

Il S.I.Cobas ha avuto il merito di far emergere un mondo sommerso, invisibile alla Piacenza “benestante”. In particolare Carlo è stata la figura di congiunzione che ha avuto il merito di collegare queste due città dalle vite parallele, la "città ufficiale" e quella "città sommersa" fatta di sfruttamento e di lotte per i diritti basilari, seconda faccia della medaglia di una città benestante e borghese, che basa però il suo prosperare (possiamo forse definire la logistica l’unico settore trainante della città) su mano d’opera sfruttata.

Ci auguriamo che Carlo, Arafat e gli altri lavoratori incriminati possano al più presto tornare alle loro attività, poiché il lavoro sindacale che svolgono parla non solo della società presente ma anche di quella futura. Parla di cos’è il mondo del lavoro oggi, di cosa può essere il nuovo paradigma digitale per chi lavora, parla della ricerca di una strada che ponga in primo luogo al centro l’umanità, l'ambiente e un equilibrio ecologicodai tratti umani piuttosto che lo sfruttamento e la distruzione dell’ecosistema.

Oltre al crowdfunding stiamo portando avanti anche una raccolta firme, clicca qui per firmare

L'immagine di copertina è un disegno fatto da Zerocalcare in sostengno alle lotte S.I. Cobas


English:

Two members of the S.I Cobas union were arrested in Piacenza, Italy, on the last March 10th 2021. The measures were applied after the long sequence of strikes at the logistic Hub in Piacenza, happened across February and March 2021.
 While we are not part of S.I. Cobas union, we perfectly recognize the crucial role they have played in our society to gain a more equal and sustainable working environment in the logistic field.
That’s why we are organizing this Crowdfunding to contribute to all the legal fees that S.I. Cobas union will face after these strikes, including:

  • Processes to Carlo and Arafat, the two S.I. Cobas members arrested
  • Fines up to 13.200€
  • Residence ban from Piacenza provided to 5 union members
  • Residence ban from Italy provided to 6 union members
  • A total of 21 union members accused with various charges 

S.I. Cobas union has a tangible, massive and positive impact on dozens of thousands of people. In fact, during the last 10 years, the union engaged several battles, mainly related to the logistic industry, leading to (please refer to the video below -and turn on live caption- to check evidences and witnesses provided by workers from the logistic sector in Piacenza):

  • Regularization of several “moonlighted” working contracts
  • Adoption of proper wages levels, aligned to the National Contract standard defined by law
  • Maternity leave paid as defined by law for every mother working in the hub
  • Increased incomes from taxation to both local and national governments, since thousands of workers were illegally employed before S.I. Cobas intervention


We want to share our solidarity to support the S.I. Cobas union, hoping that our support will give them the opportunity to get rid of these legal issues quickly and to go back to what we all need them to do: fighting for everyone rights.

Commenti (9)

Per commentare devi fare
  • CC
    Chiappuz Daje
    • UB
      Ursula Avete tutta la mia solidarietà! Pagheranno caro, pagheranno tutto.
      • AG
        Aleksandar FORZA SICOBAS! La repressione non vincerà!
        • CC
          Chiappuz Sono un delegato sindacale della Cgil e sostengo la vostra lotta perché è doveroso farlo. Il silenzio della Cgil piacentina mi fa incazzare.
          • NT
            Nicolò Forza Compagni!
            • VV
              Via grazie, state lottando per tutti i lavoratori del settore
              • avatar
                Barbara Grazie a chi lotta con coraggio per il bene comune
                • DA
                  Dario Il lavoro riparta difendendo sé stesso.
                  • avatar
                    Ettore An injury to one is an injury to all

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                    Sconfiggere la fame: porre fine alla fame, garantire la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un'agricoltura sostenibile.

                    8. Lavoro dignitoso e crescita economica

                    Buona occupazione e crescita economica: promuovere una crescita economica inclusiva, sostenuta e sostenibile, un'occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti.