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Un manoscritto ritrovato in un cassetto che tratta di Veleia, forse il Formentini? Ecco la pagina storia che deve ancora essere scritta

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Un manoscritto ritrovato in un cassetto che tratta di Veleia, forse il Formentini? Ecco la pagina storia che deve ancora essere scritta

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  • Categoria Libri & editoria

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Il Progetto

Un testo di grandissima importanza storica che oggi può finalmente vedere la luce grazie all'aiuto di tutti

Ci sono pagine della nostra storia che sono state scritte ma non sono mai arrivate nelle nostre case. È il caso di quanto avvenuto con un manoscritto ritrovato nel 1747, durante alcuni lavori di sistemazione dei terreni intorno alla Pieve di Macinesso, nella piacentina Val di Chero. Si tratta di una tavola bronzea, conosciuta poi come la “Tabula” Alimentaria Traianea o Veleiate, attribuibile con sicurezza ad Ubaldo Formetini, storico che ha scritto molto sull’Appennino Tosco-Ligure-Emiliano ed è per questo riconosciuto come uno dei massimi studiosi della materia.

Tuttavia un testo di simile importanza ad oggi non è ancora stato pubblicato, risultato che oggi è possibile grazie al lavoro scrupolo di Sandro Santini. Tanti gli argomenti trattati: Veleia in primis ma anche Val Ceno, Via Francigena, Val Taro e tante le curiosità da scoprire. Oggi noi de ilParmense vorremmo dare vita a questo testo perché crediamo che offrire un vero servizio di informazione passi anche dalla ricostruzione accurata del passato e dalla conoscenza del nostro territorio.

Vi citiamo un piccolo esempio per mostrare la ricchezza di questo documento. Di seguito il passo con cui il Formentini commenta come il Monastero di Bobbio fosse, nel X secolo, uno dei più ricchi d’Italia:

Le corti bobbiesi che dalle alte valli della Trebbia, dell’Aveto, del Taro, scendevano nella riviera ligure fin presso al mare, dovevano appartenere in parte al territorio velleiate (pagus Albensis?). Il gruppo delle corti possedute dal monastero in Val di Taro, la tenuta di Carice (Bedonia) e quella di Turris (Borgotaro), dovevano appartenere ai pagi di confine fra Velleia e Lucca (si ricordi in questi il saltus Bituniae, il cui nome sembra chiaramente ricordato da quello odierno di Bedonia). Nella zona orientale del municipio l’oppido di Barderate sembra essere stato beneficato nell’Alto Medio Evo dalla scomparsa di Velleia. Lo troviamo infatti nel cadere dell’età carolingia, centro di un comitato di una certa ampiezza che doveva abbracciare i pagi di confine fra Velleia e Parma”.

Il Parmense oggi è in prima fila per portare finalmente alla luce questo documento e poterlo diffondere a prezzi popolari. Per poter ottenere questo risultato chiediamo il vostro aiuto, attraverso una raccolta fondi. Le donazioni possono essere inviate attraverso questo portale.

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