Una campagna di
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Mi chiamo Emanuele Messina, ho 31 anni e sono nato a Bolzano.
Tra il 2024 e il 2025 ho scritto “Mettersi in cammino – Antica cura per l’animo e il corpo moderni”, un libro, costituito di una guida emotiva e una guida pratica, volto a supportare e incentivare il viaggio itinerante a piedi nei confronti di neofiti. Il libro è stato pubblicato con la Casa editrice di Belluno “ViviDolomiti”.
Il progetto nasce dall’opportunità di promuovere le idee sottese al libro, mostrando come esistano altri modi di considerare gli spostamenti e i rapporti tra le persone, rispetto a come ci si è ormai abituati, oggi, a concepirli. All’esito di un percorso che ha come leitmotiv la scelta di muoversi con mezzi sempre più “lenti”, si vuole arrivare a proporre il camminare come modalità ottimale per l’esplorazione e la conoscenza, sia del mondo circostante che di sé stessi: mettendosi in cammino si torna ad essere realmente in grado di comprendere, apprezzare e respirare a pieni polmoni quello che ci circonda.
La durata prevista del progetto è di 6 mesi e si articola in una fase prodromica, già avvenuta nel momento in cui il progetto prende le mosse, e tre fasi incrementali, volte a raccontare il percorso, che è stato delineato nel “Proposito”.
Nella prima fase, Ritorno alle Origini, io, Emanuele Messina, proponendo un vero e proprio ritorno alle origini della mobilità, cercherò, metaforicamente, di tornare alle mie origini, ad Avola in Sicilia, la città d'origine del mio bisnonno.
L’esigenza nasce dalle considerazioni fatte negli anni trascorsi nel traffico delle grandi città italiane. Oggi la macchina ha perso il suo vantaggio più emblematico: la velocità negli spostamenti. Nelle “ore di punta”, infatti, il tempo perso nel traffico non è compensato da alcun vantaggio reale. Spesso, a far il medesimo tragitto con una bicicletta, ci si impiega lo stesso tempo, se non addirittura di meno. Il tutto risparmiando stress, arrabbiature e consumi.
Per questo motivo la scelta è quella di rinunciare alla macchina per un periodo (parcheggiandola in garage e staccando l'assicurazione) e partire in bicicletta alla volta della Sicilia, per provare quanto le gambe siano in grado, se lo si vuole, di portarci lontano. Non solo: cercherò di compiere questo viaggio a budget zero, facendo affidamento esclusivamente sull'ospitalità delle persone che conosco lungo la penisola (o amici e conoscenti degli stessi), per dare un'alternativa a quello che sembra, oggi, il solo mezzo che abbiamo per ottenere qualunque cosa: il denaro.
I rapporti tra persone sono sempre più veloci, poco curati e spesso sottovalutati: credo che i rapporti umani, la capacità di relazionarsi con gli altri e parlare anche a chi ha idee o modi di vivere completamente diversi dai propri, siano le basi della convivenza umana. Dimostrare che si può viaggiare facendo affidamento solo sull’ospitalità delle persone, se si è in grado di chiedere gentilmente, parlare, spiegarsi e coinvolgere in un progetto, mi sembra un buon modo di dare valore a una pratica che rischia ormai di andare in desuetudine.
Arrivato in Sicilia, è il momento di tornare indietro. Tornando verso casa, però, la scelta sarà quella di valorizzare maggiormente il percorso rispetto a quanto fatto all’andata, durante la quale, sostanzialmente, ho scelto la via più breve e veloce.
La strada e i momenti vissuti su di essa hanno molto più valore del raggiungimento effettivo della meta ed essendo l’Italia un Paese ricco di percorsi storici, decido di dare massimo spazio a questi itinerari. Alla prima occasione utile, mi raccordo alla Via Francigena del Sud e la seguo fino a Roma. Giunto alla capitale, imbocco la Via Romea Germanica Imperiale verso nord, fino a Firenze, dove seguo la Via degli Dei alla volta di Bologna. Arrivato nel capoluogo dell’Emilia-Romagna, mi ricongiungo alla Via Romea Germanica nei pressi di Modena, per poi voltare nuovamente verso nord alla volta di Verona.
Il focus principale in questa seconda fase, come anticipato, diventerà quello di valorizzare le persone e i luoghi attraversati. L’obiettivo sarà di cercare di coinvolgere le persone che abitano i paesi per i quali passerò, in modo tale che chi ne ha voglia, anche per pochi chilometri, in bici o a piedi, possa unirsi a me per percorrere un pezzo di strada. Oltre che con amici e conoscenti, mi metterò in contatto con le associazioni culturali e sportive presenti sul territorio, proponendo loro di fare qualche manciata di chilometri in compagnia.
Mi piacerebbe che il racconto di questo percorso, da qui in poi, si facesse progetto e smettesse di essere di una persona sola, cominciando ad appartenere ad una pluralità di individui uniti in un percorso comune, anche se solo ancora per piccoli tratti.
Tornato a casa, l’idea è quella che il viaggio possa e debba proseguire oltre.
Non in bici però questa volta. La bicicletta è ancora troppo veloce quando si trovano occasioni di condivisione e conoscenza. I piedi sono il mezzo ideale: camminare permette di prendersi il tempo di guardarsi intorno, salutare chi si incontra e fermarsi facilmente per parlare con chi si ha davanti.
Riporto, dunque, la bici a Bolzano, la parcheggio a fianco alla macchina, indosso lo zaino e mi incammino alla volta di Capo Nord.
L’obiettivo è quello di percorrere quanto più possibile cammini e itinerari storici: la Via Romea Germanica fino al nord della Germania, il Cammino di Hærvejen in Danimarca, il Cammino di Sant’Olav nella Norvegia meridionale, il Kungsleden in Svezia, per poi proseguire oltre, nuovamente in Norvegia, fino al punto più a nord dell’Europa continentale: Nordkapp.
Durante i circa 4 mesi di viaggio, l’obiettivo e l’ambizione continuano ad essere che io non sia da solo durante il tragitto. Chiunque lo vorrà, infatti, (amici, conoscenti o coloro che si saranno appassionati all’impresa) potrà raggiungermi e fare un pezzo di strada con me.
L’obiettivo finale è di promuovere un movimento che possa diventare quanto più possibile di gruppo, una sorta di “effetto Forrest Gump”, in cui il mio viaggio, iniziato da solo, diventi una narrazione che possa ispirare altri a camminare insieme a me, per il tempo che ciascuno sentirà giusto per sé.
È sufficiente una folata di vento, perché si costelli di fiori un campo che ne era privo.
NB: L'obiettivo della raccolta fondi, oltre che aiutare a sovvenzionare il progetto per i mesi di viaggio, è di fare in modo che coloro che decidano di unirsi per percorrere un pezzo di strada con Emanuele possano essere a carico del progetto. Grazie per il vostro aiuto!
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