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REBORN IN ITALY

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Campagna terminata
  • Raccolti € 40,00
  • Sostenitori 3
  • Scadenza Terminato
  • Modalità Donazione semplice  
  • Categoria Comunità & sociale

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Il Progetto

REBORN IN ITALY

PREMESSA

“La Contrada s.c.s.”, nata inizialmente come Associazione di Promozione Sociale, si è costituita dall’idea di realizzare attività di condivisione di risorse tra persone vicine e progetti di accoglienza. Promuovendo una concezione alternativa di “relazione d’aiuto”, che cominci con rapporti di vicinanza e compagnia; crediamo, infatti, che questo tipo di approccio sia il punto di partenza per affrontare il forte isolamento sociale, fonte di molti disagi e spesso di patologie. La nostra esperienza decennale nei servizi di accoglienza ci dice che ogni persona in stato di isolamento, seppur con le proprie fragilità, ha al suo interno un potenziale di risorse che non può, e non deve, essere ignorato.

Il principio che muove il nostro intervento è la valorizzazione della persona e il recupero della dignità dell’esistenza del singolo e della famiglia all’interno della società.

Sollecitati dalla realtà, dall’emergenza sbarchi che ha caratterizzato anche l’estate del 2015 e da alcuni amici del settore, il 3 novembre 2015 abbiamo avviato il Progetto Oliver - Centro di Accoglienza Straordinaria nel chierese. Il progetto proposto è stato pensato appositamente per nuclei familiari di varia composizione, offrendo l’accoglienza ad un numero sicuramente limitato di persone ma garantendone la presa in carico totale. Successivamente abbiamo avviato un'altra accoglienza essendosi "allargata la famiglia", durante questi anni sono nati, infatti, 16 bambini.

Possiamo affermare che purtroppo la maggior parte delle donne, spesso molto giovani, che abbiamo accolto in questi anni è venuta in contatto con il sistema della Tratta di Esseri Umani, schiavitù e sfruttamento della prostituzione, spesso riconducibili a ingannevoli adescamenti nel proprio paese di origine (Africa Subsahariana) con false promesse di promettenti lavori in Libia o in Europa. Alcune circostanze quali, lo stato di gravidanza, la nascita di un figlio o banalmente la fuga dal contesto di sfruttamento, hanno permesso a queste donne di poter trovare un luogo d’accoglienza e una proposta alternativa positiva per la propria esistenza. Nonostante ciò, purtroppo, il rischio di tornare nel sistema dello sfruttamento permane, soprattutto se, come in questo periodo storico non vi sono alternative “sane e legali” capaci di creare un’alternativa concreta di integrazione e di autodeterminazione.

Abbiamo avuto l’occasione di aprire la porta del nostro centro di accoglienza a donne visibilmente traumatizzate e spaventate dal viaggio e dalle scioccanti esperienze vissute nel periodo di detenzione in Libia per poi vederle trasformare nel tempo dimostrandosi le donne forti e coraggiose quali sono. Abbiamo accolto donne gravide o già mamme che si sono lasciate accompagnare con fiducia nei meandri della nostra burocrazia amministrativa e sanitaria affidandosi completamente agli operatori esperti di un sistema a loro completamente sconosciuto.

La maggior parte delle nostre ospiti, già passate presso la Commissione Territoriale che valuta la storia e il conseguente tipo di protezione da assegnare, ha ottenuto un permesso di soggiorno umanitario della validità di due anni, tempo relativamente breve per potersi integrare ma abbastanza per poter sperare di riuscirci e impegnarsi per questo.

Le nuove disposizioni di legge in materia di sicurezza e immigrazione, considerato quanto sopra descritto, ci impone un ulteriore sforzo anche in termini di tempo per evitare alle persone da noi accolte di entrare nella clandestinità e quindi favorire la trasformazione del proprio permesso di soggiorno umanitario, ora non più rinnovabile se non come permesso per lavoro.

Mentre per gli uomini accolti la possibilità di trovare un’occupazione è relativamente più facile per la tipologia di lavori che possono svolgere, per le donne, spesso mamme e spesso sole, la situazione è più complessa, ed è per questo che La Contrada grazie alle preziose collaborazioni con realtà affermate nel settore Moda Fashion come Amrita Kids ed Elena Pignata, ha avviato un percorso formativo di sartoria per alcune donne di cui abbiamo valorizzato la pregressa esperienza nel paese di origine, e individuato, in alcune di esse, delle potenzialità spendibili nel mercato del lavoro.

PROGETTO “REBORN IN ITALY -una gonna per una minigonna

Descriviamo qui di seguito il progetto ideato dalla nostra volontaria Olesea Ionita, con le stesse parole della stilista, modellista industriale e creatrice del marchio Amrita Kids, che da mesi sta offrendo il proprio tempo per la formazione sartoriale di alcune mamme del nostro centro di accoglienza presso uno spazio attrezzato della Sartoria Sociale di Chieri.

Con sconforto, mi faccio sempre una domanda: quanta sofferenza può contenere un Cuore Umano?

Per questo ho scelto di dedicarmi al volontariato al di là della mia attività professionale. Il volontariato è una bilancia per testare la mia personale umanità.

Ascoltare, comprendere l’altro. Essere l’altro, scendere con l'altro nel suo inferno - senza paura,

perché conosco bene il buio, e aiutare l'altro a trasformarlo.

Assieme ad altre donne, anche sopra un tavolo vuoto, trasmetto loro le mie conoscenze. Oggi sarta e modellista industriale per AMRITA DESIGN con l'ing. Antonio Loiero, venuta dall’estero a cercare fortuna in Italia, e avviene ogni volta la magia: insieme impariamo a ricucire insieme le speranze.

E i sogni posso riprendere a volare.”

La battaglia quotidiana è rendere onore alla Sacralità della Vita.

Olessia Ionita

Obiettivi

Creare una indipendenza economica dignitosa per giovani Mamme Vittime della “Tratta di Esseri Umani” di AmritaKids crediamo fortemente che la sartoria sia una terapia, che il Mondo della Moda è il miglior esempio di intreccio tra cose diverse, di ricerca dell’armonia tramite forme e colori diversi, di accoglienza ed uguaglianza. Per chi ha vissuto o vive l’inferno della prostituzione, la possibilità di realizzarsi nella Moda, nella creazione di “bellezza” che si vende, ma senza che questa implichi uno sfruttamento o una distruzione della persona sia in termini fisici che psicologici, crediamo possa diventare una corsia preferenziale per riscattarsi e per superare i traumi indelebili che la storia inevitabilmente segna.

Superare inoltre l’illusione che vi siano dei salvatori che non fanno altro che creare illusioni, la sindrome del Principe Azzurro, comune a molte delle nostre ragazze, è fondamentale per crearsi una proprià identità, valorizzata, come donna e spesso come madre.

Gli obiettivi, condivisi con le ragazze, secondo colei che sta seguendo le stesse in questa prima fase di accoglienza è quindi di:

  1. far “nascere “ delle sarte capaci, affidabili e formate sulla materia, riuscire ad abbreviare la loro difficile strada, farle crescere in modo che sappiano tessere legami da Cuore a Cuore con le mani e non abusando del proprio corpo, donne allenate all’apertura e all’accoglienza, che siano pronte a loro volta ad accogliere la “nuova arrivata di turno“ con la forza del sorriso della Vittoria!

  2. Scrivere una pagina nuova nella Storia del Tessile con la trama di una Moda basata sulla Dignità della Vita. Perché siamo tutti interconnessi come le fibre di una stoffa meravigliosa, chi ordito, chi trama, chi colore.”


Progetto Una gonna per una minigonna

  • Usufruire degli spazi presso il Museo del Tessile – Sartoria Sociale, già concessi per una mattina a settimana, per almeno 3 mattinate a settimana.

  • Poter riconoscere un rimborso alle insegnanti ed ai consulenti per la formazione, la produzione, la pubblicizzazione e la partecipazione ad eventi di Moda e Fashion.

  • Creare un Brand “Reborn in Italy“ creando una etichetta con la composizione del tessuto e il logo della produzione

  • Supportare le nuove sarte nella fase di avvio della piccola impresa composta dalle donne coinvolte nel progetto.


Parliamo di “Brand” per esprimere l’obiettivo di un progetto coperto anche da una strategia di Marketing da Brand.



CRONOPROGRAMMA PROGETTO

  • Febbraio 2019 - Progettazione: abbiamo iniziato dal foglio bianco, con l’ausilio di tutti gli strumenti, a fare il disegno tecnico della base gonna in Tg.42 (impariamo da subito a lavorare in taglie non misure personali: ci serve uno sviluppo taglie preciso per riuscire ad industrializzare un capo, e questo progetto mira proprio a questo).

  • Marzo 2019 - Modellistica, Modello Gonna: la trasformazione dalla Base al Modello della nostra Gonna. Lavoriamo solo su carta da modellistica, impariamo a disegnare in piano e vedere realizzare la Gonna in 3 D in carta è un traguardo importante. Si impara a visualizzare il progetto.

  • Aprile 2019 - Prototipo in Tela. È tempo di creare il prototipo in Tela e di fare tutti i passaggi di lavoro in Tela: questo passaggio ci permette di velocizzare il procedimento di lavoro ed eventualmente a creare una scheda tecnica con la suddivisione precisa dei passaggi del lavoro. È un lavoro molto lungo, e si fa solo nelle grandi aziende che gestiscono la produzione industriale. Io credo che sia indispensabile creare persone autonome che possano nel futuro lavorare senza il Tutor o diventare loro stesse un Tutor, usando un linguaggio internazionale e segni (ad esempio quelli usati per indicare le tasche) comprensibile da altri.

  • Aprile, Maggio, Giugno 2019. Confezione in Tessuto: saranno i mesi più tangibili e concreti in laboratorio, e possiamo iniziare a numerare le nostre Gonne.

  • Giugno 2019 Costituzione società (individuale, società coop sociale o altro)

  • Successiva Vendita Onlineattraverso i vari canali: Sito internet, social media. Abbiamo già iniziato a creare una Community sui social https://instagram.com/reborn_in_italydove raccontiamo la nostra storia passo per passo. Nelle IGStories facciamo vedere il dietro le quinte dell’Atelier. È un sistema di comunicazione un po’ in stile “Reality show”, ma coinvolgente, vero, ottimo per fare dei sondaggi. Chi ci segue passo per passo è realmente un potenziale cliente. Una volta creata la collezione con circa ~ 400€ al mese di gestione social (includendo l’acquisto di un piccolo aiuto di intelligenza artificiale si può arrivare a un “megafono virtuale” per far conoscere la nostra realtà, sia attraverso la geolocalizzazione, per lavorare sul territorio, che attraverso gli hashtag “#” per arrivare alla nostra nicchia di mercato in Italia e nel Mondo. L’esempio lo diamo noi, AmritaKids, una piccola realtà residente a Superga, Baldissero Torinese, con i nostri Volontari e Tutor [ Es. Vendita online direttamente da Instagram risultato tipo https://instagram.com/amrita_kids]. Per la vendita online c’è da prevedere un investimento in termini di tempo di circa 12 mesi prima di ottenere una convergenza concreta tra like ed acquisto.

  • Mettersi in vetrina” in un negozio fisico farà sì che il coinvolgimento dei Buyer sia il passaggio successivo.

  • Eventi Culturali sul territorioper sensibilizzare le donne a voler uscire del proprio inferno personale e cambiare Vita. Sottovoce, con garbo, senza urtare la sensibilità di nessuno, senza sbandierare troppo la storia della “ sarta ex ... “ nel pieno rispetto per la nuova vita di una persona, credo che a livello di comunicazione non racconteremo altro che di un capo “Firmato da una sarta invisibile“, un tipo di moda che stuzzica perché è dedicato a chi non ha bisogno di un nome importante per sentirsi importante e ben vestito.

  • La formazione delle persone: la scelta di fare un percorso di stampo industriale e quella di cucire le nostre gonne a Tubino in Taglie ufficiali usando la tabella di misura europea, americana ed asiatica è fatta per preparare professioniste della sartoria competenti e pronte ad ogni ciclo del percorso, come le “macchiniste” (una professione sempre ricercata dai laboratori in zona). Questo tipo di professioniste sono anche sarte capaci di rispondere agli annunci di ricerca di personale qualificato sempre più frequenti.

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