Una campagna di Esquilibrio Teatro Aps
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Chi ha detto che a Pavia non succede mai niente?
Noi di Esquilibrio Teatro siamo sognatori pratici: crediamo nel teatro come motore di cambiamento, relazione e comunità. Nati nel 2015 da un’idea un po’ folle (e visionaria) di Tiziano Rossi, siamo una scuola di teatro aperta a tutte le età, capace di unire persone, talenti e storie. In dieci anni abbiamo formato centinaia di allieve e allievi, condiviso palchi, emozioni e scoperte. Ora siamo pronti a fare un salto: diventare un centro di produzione teatrale indipendente. La nostra idea è di creare nuovi spettacoli che partano da Pavia per arrivare in tutta l’Italia, portando con sé storie, emozioni e nuovi modi di stare insieme.
Il teatro per noi è una cura. È incontro. È una risposta potente a un mondo che spesso divide. Andare a teatro è molto più di una “uscita serale”: aiuta a stare nel presente, a stare con sé stessi e a condividere emozioni insieme ad altri.
Come cantavano gli 883: “Si gira in macchina il mattino alle tre / alla ricerca di qualcosa che poi / cos’è non lo sappiamo nemmeno noi.”
E noi di Esquilibrio, con lo spirito dei nottambuli e il coraggio di chi sogna, diamo il via al nostro primo spettacolo:
Siamo una squadra variopinta e determinata: persone che lavorano come attori e attrici professionisti, ex allievi e allieve della scuola Esquilibrio, tecnici e tecniche, registi e registe, drammaturghi e drammaturghe, costumisti e costumiste, musicisti e musiciste — alcune e alcuni di Pavia, altre e altri sparsi tra Milano e oltre.
Quello che ci unisce è un desiderio: fare teatro oggi, anche quando sembra impossibile.
E quindi: produrre uno spettacolo da indipendenti, senza aspettare il "permesso" di qualcuno.
Il nostro viaggio parte da qui, con “Quello che resta”, uno spettacolo scritto da Laura Tassi, autrice pavese e membro del direttivo di Esquilibrio.
Questo spettacolo è il primo passo verso un sogno più grande: diventare una compagnia autonoma, nata da una scuola, pilastro portante, ma pronta a un futuro sul palco.
Attori
Sara Zanobbio
Regia
🎨 Video e montaggio contenuti promo: Simone Ligabò
Produzione: Esquilibrio Teatro
Con il supporto di: Artemista, Petit Cabaret 1924, Produzioni dal Basso, Mare Culturale Urbano, Chronos 3.
“Quello che resta” è una storia di vita, perdita e rinascita.
Quattro personaggi, due partenze che sanno di fuga. Sono tentativi di vita in età molto diverse che cercano di guardare quello che resta per farsene qualcosa.
Giorgio sembra attuare un piano adolescenziale, nonostante la sua ormai mezza età: allontanarsi dalla moglie, Martina, sperando che lei poi lo rincorra; Giorgio scappa, al mare, in vacanza, è l’unico modo che conosce per riprendere in mano il suo passato.
MARTINA: E’ una storia normale, in fondo, una storia normale questa nostra.
è piccola e bella (...)
GIORGIO: (...) un amante è sopravvalutato, è il sintomo, non la malattia. (Pausa.)
La morte invece è morte, non è un sintomo, non è una malattia, è morta.
Anna, invece, è una giovane, sa cosa vuole e come cambiare il mondo, ma ancora fatica a lavorare sui propri cambiamenti interni. Parte per una missione umanitaria in una terra devastata dalla guerra, dove ogni giorno è una sfida e, a tratti, una forma di redenzione. Lì incontra il Fool, forse un attore, un clown o un mago, che le farà riscoprire lo stupore e l’incanto anche in un bunker sottoterra.
FOOL: Ho visto una specie di documentario sai, su un ragazzo (…) Ecco, lui ha dedicato anni della sua vita a far reintegrare dei gatti selvatici tipo in Amazzonia… Ha fatto due anni, tre anni, o anche di più a dedicarsi a un gatto, che poi ha liberato e chissà, magari il gatto è morto comunque dopo qualche giorno, ma lui aveva questa dedizione al gatto e non è che fosse uno invasato per i gatti prima, semplicemente…
ANNA: Ha trovato uno scopo.
Con questo testo vogliamo trasformare una storia in un incontro: far sì che il pubblico si riconosca in chiunque abbia avuto paura e poi, nonostante tutto, abbia ricominciato. “Quello che resta” soprattutto è una supplica dolce e ostinata a non smettere di credere nell’arte, perché l’arte non abbandona mai. E quindi tra esplosioni e piccole poesie, tra giochi di magia e dialoghi che ci fanno sorridere, ci prepariamo all’amore.
Il testo nasce nel periodo post-Covid, da una domanda semplice e collettiva:
“Cosa facciamo delle macerie che ci restano?”
Da quella domanda lo sguardo si allarga alle tante guerre disseminate per il mondo (ad oggi nel mondo sono attivi oltre 50 conflitti!)) ma anche alle ferite private, alla sensazione di impotenza di fronte al dolore collettivo o privato.
In questo spettacolo, il contesto bellico, e quello domestico, famigliare, si intrecciano. L’autrice si è ispirata alle lettere e alle testimonianze del marito, operatore umanitario, che ha vissuto e lavorato per anni in territori di conflitto. Quelle parole — scritte a distanza — sono diventate frammenti di vita reale trasformati in poesia teatrale. “Quello che resta” nasce anche dal desiderio di condividere quell’esperienza e trasformarla in un racconto collettivo, capace di farci riflettere e, forse, agire.
Alla produzione dello spettacolo stanno contribuendo in tanti, offrendoci sale prove, spazi, letti, cucine, falegnamerie, studi di registrazione… addirittura un mare urbano…
Eccoli:
La nostra realtà si finanzia con e grazie ai corsi di teatro, ma una produzione professionale richiede un investimento maggiore. Abbiamo già completato una grossa parte di prove, ora ci manca l’allestimento!
Vogliamo continuare a pagare ogni artista e tecnico in modo dignitoso, dare valore al lavoro culturale, costruire una macchina teatrale etica e sostenibile.
Abbiamo scelto Produzioni dal Basso perché crediamo nel potere reale della produzione condivisa. Sostenendoci, entri a far parte di una comunità che crede nel teatro come forma di rivoluzione. Ogni euro donato è un gesto concreto che ci aiuta a portare questa storia sul palco — e a costruire le prossime.
👉 Dona ora e aiutaci a portare “Quello che resta” in scena.
Ogni contributo, piccolo o grande, ci avvicina al traguardo.
E chi fa del bene viene anche premiato! Le donazioni aziendali possono usufruire di sgravi fiscali!
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.

Parità di genere: raggiungere la parità di genere attraverso l'emancipazione delle donne e delle ragazze.

Buona occupazione e crescita economica: promuovere una crescita economica inclusiva, sostenuta e sostenibile, un'occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti.

Pace e giustizia: promuovere lo sviluppo sostenibile.
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