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Contribuisci alla diffusione dell'arte con il nuovo romanzo di Lino Falcone: CARAVIAGGIO

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EDITRICE: ASSOCIAZIONE RICREATIVA CULTURALE "GLI ANGELI - TERRACINA CITY ROCKERS"

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  • Raccolti € 720,00
  • Obiettivo € 15.000,00
  • Sostenitori 10
  • Scadenza 179 giorni rimanenti
  • Modalità Raccogli tutto  
  • Categoria Libri & editoria

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Il Progetto

“Caraviaggio*, dentro la testa del più grande ribelle dell’Arte

*Nome ideato appositamente da Maurizio Sangineto, specialista in Scienza dei Nomi

“Caraviaggio, dentro la testa del più grande ribelle dell’Arte” è un romanzo storico che entra nella mente dell’artista più rivoluzionario che la pittura abbia mai conosciuto: Michelangelo Merisi da Caravaggio, conosciuto da tutti come Caravaggio

Ho approfondito il contesto storico in cui il pittore ha vissuto e le valutazioni dei critici d’arte, in giro per il mondo, per creare il substrato su cui sviluppare il mio romanzo storico, tra amori e avventure itineranti sulle coste del mar Mediterraneo, da Roma a Malta, passando da Napoli e tornando a Napoli, dove, improvvisamente, si perde ogni traccia di Caravaggio.

La lettura ha esplorato decine di libri, trovati con piacevoli incursioni nelle librerie di Roma o acquistati sul web quando la ricerca negli scaffali diventava difficile.

La linfa vitale di 
Caraviaggio, dentro la testa del più grande ribelle dell’Arte”.


Chi è il vero Matteo, e chi il suo sicario, cosa si cela dietro lo sguardo enigmatico del paggio di Vignacourt, chi è il destinatario del sorriso di Amor vincitore.

Questi sono solo alcuni misteri a cui, ancora oggi, non ci sono convergenze nei giudizi di critici e studiosi.

Su Caravaggio si è detto molto ma sottolineo l’ovvio affermando che c’è ancora molto da raccontare. Il fascino che il pittore ispira è legato proprio ai numerosi enigmi nascosti all’interno delle sue tele. Al di là della sua arte, unica, meravigliosa e rivoluzionaria, al di là dei dettagli incredibili che caratterizzano ogni tela (come la tensione della corda nella crocifissione di san Pietro oppure la spada nelle mani di santa Caterina d’Alessandria, o il piede leggero e vezzoso con cui la Madonna dei Pellegrini sfiora il suolo con il suo bambino tra le braccia) il fascino di Caravaggio è legato alle interpretazioni a cui si prestano le sue opere. I rapporti con i suoi benefattori, i sentimenti con le sue modelle, cortigiane e prostitute della Roma dei primi anni del ‘600, i rapporti con i suoi modelli, alcuni dei quali ritroverà nell’ultima parte della sua vita, offrono infiniti spunti di confronto per studiosi e biografi. In questo contesto, variegato e misterioso, si inserisce il mio libro “Caraviaggio, dentro la testa del più grande ribelle dell’Arte”.

Madonne”, con seni prosperosi appena coperti dal velo giallo delle cortigiane, ci catapultano nella complessità dei messaggi che le tele di Caravaggio esprimono in modo enigmatico o, forse, con una trasparenza imbarazzante.

Il contesto storico in cui visse Caravaggio offriva forti spunti di contrasto. La controriforma tridentina, da poco definita, imponeva linee rigide ai pittori che mettevano la loro arte a disposizione della Chiesa, senza possibilità di negoziazione. Al tempo stesso lo stato Pontificio offriva le più importanti opportunità di carriera per pittori e scultori. Questo era la situazione: prendere o lasciare. Anche il minimo compromesso rischiava di provocare conseguenze drammatiche. Non si andava per il sottile. I vicoli di Roma vedevano rotolare più teste che meloni. Caravaggio, almeno nella prima parte della sua vita, cavalcò l’onda senza timori, da leader indiscusso. Pictor Prestantissimus, il più famoso pittore della Chiesa di Roma riuscì ad essere il personaggio più rivoluzionario del suo momento, urlando, senza timore, la sua visione della vita, ma, affidando alle tele il silenzio del suo pensiero, quando le congiunture astrali si presentavano avverse. Un genio complesso che utilizzava con grande maestria le sue doti pittoriche per parlare ad una platea variegata, composta da prelati, nobildonne, cortigiane, banchieri e pellegrini.


e se Porto Ercole fosse Terracina?

Terracina e’ una città balneare, posizionata a metà strada tra Roma e Napoli. Chiusa da morbide colline a nord, gode di un panorama unico a sud, dove l’arcipelago pontino, con le isole di Ponza, la più grande, Palmarola e Zanone, la più piccola, crea una soluzione di continuità all’orizzonte che si esalta nelle giornate di bassa pressione. La spiaggia di ponente e quella di levante, divise dal porto a disposizione di una delle più importanti e colorate flotte di pesca d’altura del mediterraneo, creano una passeggiata “lungomare” di alcuni chilometri a disposizione del running giovanile o di rilassanti “quattro passi” per i più saggi.

Nel 1600 Terracina era l’ultima città dello stato pontificio, come, ancora oggi, ci raccontano alcuni cippi di marmo posti a sud, lungo il confine con il regno di Napoli. Nel 1610 la situazione del pittore era, a dir poco, complicata. Sulla sua persona gravava una pena capitale, in contumacia, per aver ucciso Ranuccio Tomassoni. La sua brevissima esperienza nell’isola di Malta aveva appesantito lo scenario. Alla pena in contumacia si era aggiunta una caccia all’uomo voluta dai cavalieri di Malta e dal suo gran maestro: Alof de Vignacourt. L’oltraggio fatto al gran maestro, o chi per lui, non è documentato e, per questo motivo, si pensa fosse qualcosa di molto pesante. Per il Papa era persona scomoda, per l’ordine dei Cavalieri di Malta “membrum putridum”, da sopprimere, forse, senza lasciare traccia. La sua morte, ufficialmente datata 18 luglio 1610 è tutt’ora avvolta nel mistero. Non ci sono documenti che certifichino luogo e giorno. Non ci sono certificati di morte nè manifestazioni di cordoglio: Caravaggio sparisce nel nulla. Dei suoi ultimi giorni di vita restano solo missive tra un nunzio apostolico presso il regno di Napoli e Scipione Borghese, segretario di stato dello stato Pontificio. Missive sterili, senza forza, che indicano come luogo di morte Porto Ercole, cittadina a nord di Roma. 

Nella prima biografia del pittore, uscita nel 1614, a quattro anni dalla sua morte, si legge” Nelle spiagge di Terracina … fenì di vivere”. 

Potrebbe esserci un nesso tra Terracina, primo presidio dello stato pontificio, immediatamente oltre il confine nord del regno di Napoli e la morte di Caravaggio? È possibile che il pittore, una volta imbarcatosi a Napoli abbia fatto una sosta a Terracina dove, improvvisamente, trovò la morte? La grazia, nel caso fosse stata concessa, doveva essere ritirata all’interno dello stato Pontificio. Il pittore non era sicuramente uno sprovveduto. Le sue peripezie nel mediterraneo lo avevano reso diffidente e pronto a fiutare il pericolo.

E se il pittore avesse accettato un incontro lontano da Roma, per ricevere brevi manu la grazia ma, al tempo stesso, assicurandosi la possibilità di una fuga veloce per tornare sotto la protezione del regno di Napoli? 

Le domande sono lecite: gli approfondimenti necessari.


Lino Falcone

Un giorno di mezza estate, trovandomi con amici davanti San Luigi dei Francesi, la chiesa di Roma che ospita tre delle tele più imponenti di Caravaggio, lanciai l’idea di entrare per “vedere” Caravaggio. Il rito doveva essere quello di sempre: superare l’ingresso di destra, attraversare la navata centrale guardando l’altare con un segno della croce lasciato ad intepretazioni personali, spostarsi sulla navata di sinistra, voltare a destra per arrivare in fondo, dove la moneta da un euro avrebbe illuminato la cappella Contarelli. Una volta superata la barriera umana delle persone in attesa della luce a pagamento, avvicinarsi più possibile alla balaustra, alzare leggermente il naso all’insù e lasciare andare il più classico dei commenti: “bello” oppure “bellissimo” o espressione simile.

Ma quel giorno andò in modo differente. Un gruppo di turisti ci impedisce di arrivare alla balaustra per osservare da vicino la Vocazione di Matteo. Allora con pazienza attendo il mio turno mentre i miei amici si spostano, a destra, sul Martirio. Arrivo esattamente nel momento in cui la guida turistica spiega che “Cristo sta chiamando Matteo e l’uomo con la barba, nel centro della tela, con il dito della mano sinistra, sembra dire” io? Chiami me?”. Ecco, in quel momento è scattato “Caraviaggio”. Non era possibile, non poteva essere possibile: quella mano e quel dito indice non stavano indicando se stesso ma il ragazzo al suo fianco. Da quella posizione era chiaro: Cristo stava chiamando il ragazzo e non l’uomo con la barba. Perchè tutti identificavano il santo nell’uomo con la barba? Quella era la domanda che mi tormentò tutta la sera. Tornai a casa e cominciai lo studio del pittore che ancora oggi non trova pace. Prima approfondendo l’argomento del “dito indice” dell’uomo con la barba, ma, poi, in un continuo che ancora oggi procede con lo stesso entusiasmo, tuffandomi nell’universo Caravaggio, avido di ogni lettura che possa illuminare il pittore: biografie, libri sulla sua arte, libri sul suo pensiero, libri politicamente corretti e libri dissacratori, piccole dispense e opere magne di mostre uniche nel loro genere, commenti twittati sui social e approfondimenti con critici d’arte durante i convegni dedicati al Maestro.

Ed eccomi qui. Ancora a leggere, leggere e leggere. E quando leggi e hai gli occhi continuamente focalizzati sulle sue tele, vieni rapito dal suo pensiero: entri nella sua mente, vesti i suoi abiti, ripeti i suoi gesti, vedi con i suoi occhi i personaggi della sua vita, rivivi i momenti passati con le donne delle sue tele, immagini le parole spese con i suoi modelli. Ti svegli con Caravaggio e con lui nella mente ti immergi nella notte. Torni sul mistero di quello sguardo, approfondisci il perché di quel velo giallo, immagini quel seno, probabilmente nudo, poi coperto, ascolti le parole sussurrate dall’angelo a san Francesco abbandonato tra le sue braccia… e inizi a scrivere.

Perchè il tuo contributo è importante 

Il percorso per la realizzazione del romanzo Caraviaggio è complesso e lungo. Il libro potrebbe essere pronto per l’estate del 2026. Oltre i tempi tecnici per la stesura del libro, ci sono da affrontare le spese per le ricerche. E poi occorre sviluppare il progetto grafico, chiudere il cerchio con l’editore, organizzare una conferenza stampa e alcune giornate finalizzate alla promozione del libro. Insomma, il percorso è disseminato di ostacoli economici.

Così mi rivolgo tutti gli appassionati di Caravaggio, per chiedere un supporto per questa affascinante avventura che abbraccerà tutto il prossimo anno. 

Vi ringrazio con anticipo per ogni contributo vogliate offrire in supporto del libro “Caraviaggio, dentro la testa del più grande ribelle dell’Arte”.

Fascie di donazioni e ringraziamenti

Donazione Silver
Contributo: € 50,00
Ringraziamenti: 
1) Omaggio di “Caraviaggio”, edizione limitata, con i riferimenti ai donatori 

Donazione Gold
Contributo: € 100,00
Ringraziamenti: 
1) Omaggio di “Caraviaggio”, edizione limitata, con i riferimenti ai donatori 
2) Dedica personalizzata

Donazione Platinum
Contributo: € 200,00
Ringraziamenti: 
1) Omaggio di “Caraviaggio”, edizione limitata, con i riferimenti ai donatori 
2) Dedica personalizzata
3) Ringraziamento ufficiale, in presenza, durante gli incontri di presentazione 

Donazione Libera
Le donazioni libere fuori dalle fasce Silver, Gold o Platinum, saranno comunque essenziali per il buon esito del progetto.

Commenti (1)

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  • RD
    Roberto In bocca al lupo !

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