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Cinéma/Cinéma
Un omaggio ai 120 anni del cinematografo, 7 artisti, 7 percorsi, 7 modi di procedere e rapportarsi all'oggetto – cinema, più semplicemente 7 atti d'amore.
Un viaggio alla ricerca di uno sguardo, di un incrocio di sguardi, quello tra l'operatore Lumière di fronte alle sue fabbriche e gli operai all'uscita dal lavoro così come quelli del pubblico alla proiezione del film La sortie de l'Usine Lumière à Lyon il 28 dicembre 1895 al Salon indien du Grand Café di Boulevard des Capucines a Parigi.
Luc Broché, Leonardo Carrano e Giuseppe Spina, Maëlle Delaplanche, Angelo Lo Torto, movimentomilc, Luana Paladino, Anthony Parrish attraversano la materia del cinema, la luce, il colore, la figura, la parola, per provare ad estrarne un movimento. Tra tecnica, gioco e mistero questa mostra prova innanzitutto a costruire uno sguardo capace di vedere l'orizzonte dello schermo e delle cose . La tecnica viene prima del linguaggio e pertanto opera in una sorta di sonnambulismo cosciente in cui forma i presupposti per un'esperienza possibile. Il mistero poi non è altro che il lavoro dell'alchimista che ricerca la pietra filosofale esattamente come il cinema cerca di trovare un senso alla morte. La parola alchimia deriva dal greco χυμεία, che significa fondere, saldare, allegare.
Operare al montaggio = Operazione alchemica.
Una cosa non è quel che dite essere, è molto di più, è un insieme nel senso più ampio. Una sedia non è una sedia, è una struttura di una complessità inconcepibile atomicamente, elettronicamente, chimicamente e dunque il pensarla come una semplice sedia costituisce ciò che Korzybski chiama una identificazione ed è la totalità di queste identificazioni che produce il non senso e la tirannia.
L' aspetto del mondo per noi sarebbe sconvolto se riuscissimo a vedere come cose gli intervalli tra le cose e proprio questi intervalli tra le cose il cinema ha la capacità di mostrare, come in un sogno cosciente, Eyes Wide Shut. I ciechi vedono senza guardare, i sordi ascoltano senza sentire, bisogna affidarsi alla memoria biologica per riscoprire le parentele tra le cose e le loro relazioni più intime. Il cinema è arte popolare perché utilizza la lingua della realtà, perché mostra i moti più profondi dell'anima nella loro evidenza di fatti, a ricomporre le membra di questo corpo non può che essere lo sguardo di chi è testimone, di chi è lì per vedere. un film si fa per dire qualcosa a qualcuno, per mettersi in relazione con qualcuno e non per trasmettere un messaggio,
rompere con la tirannia del linguaggio strumentale,
diventare responsabili delle proprie visioni,
affidarsi all'ascolto delle cose e delle persone,
instaurare una relazione di fiducia tra il proiezionista e il mondo,
fare Attenzione al fuoco interiore,
ricordarsi di Langlois, dedicargli la mostra.
Fare un omaggio all' uomo che ha costruito la memoria del cinema, che ha insegnato a prendersene cura, un visionario, un cineasta senza macchina da presa come tutti noi dovremmo poter diventare. In mezzo aiSussurri e alle Grida, dalla Nube alla Resistenza bisogna sempre avere presente che esiste una Regola del Gioco, l'unica capace di riportarci alla verità delle cose, di farci vedere oltre la linea dell'esatto, per poter fare ancora una volta un Éloge de l'amour e, al termine di questa lunga impresa di meritare finalmente il nome che ci siamo dati sin dall'inizio, degli uomini, nient'altro che degli uomini, che non ne valgono nessuno ma che nessuno vale. Questo è Cinéma/Cinéma, la ricerca di un luogo, che sia fisico o mentale poco importa, in cui potersi riconoscere e incontrare, la ricerca di un'esperienza possibile.
Evento su Facebook > https://www.facebook.com/events/963267973740546
La Vallée > https://www.facebook.com/lavalleebxl
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