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Cavour e il prestito Hambro

Una campagna di
Fabiano Alfredo Zamuner

Contatti

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Fabiano Alfredo Zamuner

Cavour e il prestito Hambro

Cavour e il prestito Hambro

Campagna terminata
  • Raccolti € 0,00
  • Sostenitori 0
  • Scadenza Terminato
  • Modalità Raccogli tutto  
  • Categoria Libri & editoria
  • Obiettivi
    4. Istruzione di qualità

Una campagna di 
Fabiano Alfredo Zamuner

Contatti

Il Progetto

Un carteggio[1] perduto, poi ritrovato ed infine depositato presso l’Archivio di Stato di Torino[2]; sullo sfondo, un personaggio iconico[3], il più grande che il Risorgimento italiano abbia conosciuto, le cui brillanti intuizioni, pragmatiche e visionarie al tempo stesso, si rivelano, in fieri, nelle trame della sua fitta corrispondenza, regolarmente intrattenuta con un’estensiva rete di collaboratori, di amici influenti, di illustri esponenti dell’alta finanza internazionale, di politici variamente schierati; uno di questi collaboratori[4], prontamente precettato ed inviato in missione diplomatica a Londra quando, nell’estate del 1851, la posta in gioco era quella di salvare lo Stato Sardo dalla bancarotta, mettendo in atto un’operazione finanziaria mai tentata prima in Italia[5]; infine, un contesto storico internazionale in cui, dopo quasi un secolo di rivolgimenti sociali e politici, la nuova classe egemone borghese poteva dirsi infine fatta, mentre rimaneva da fare la sua casa, quella degli “Stati Nazione” che ne avrebbe costituito il fertile terreno di fioritura per gli anni a venire.

Questi gli ingredienti che già di per sé hanno reso fin da subito intrigante l’idea di procedere allo spoglio delle quasi 100 lettere che costituiscono il carteggio Hambro-Revel, la cui trascrizione integrale costituisce il primo e più importante risultato che riteniamo di aver conseguito in questa sede[6]

Il progressivo disvelamento dei contenuti delle lettere ha determinato poi la parallela necessità di approfondire il quadro storico di riferimento, al fine sia di permettere una migliore comprensione delle numerose notizie cui spesso nei documenti solamente si allude, sia di introdurre organicamente i protagonisti del carteggio, ponendo così le basi per apprezzarne appieno tutte le sfumature. Grazie al lavoro di contestualizzazione svolto abbiamo così potuto ricostruire la genesi e lo sviluppo del prestito Hambro mettendone in nuova luce l’effettiva portata storica sia dal punto di vista tecnico che da quello politico, adottando una prospettiva di indagine che definiremo «antropocentrica»[7].

Questo è dunque il secondo risultato che ci auguriamo di aver conseguito, convinti del fatto che, trovandosi ad operare all’interno di un periodo storico sovrabbondante di fonti (la maggior parte delle quali ad oggi ancora quasi del tutto inesplorate), nuove prospettive di studio e approfondimento possano emergere soprattutto analizzando i dettagli (i quali spesso, nelle opere di più ampio respiro, non possono sempre essere contemplati, anche solo per motivi di spazio).



[1]Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Archivio Thaon di Revel, Carte Ottavio Thaon di Revel, mazzo 1, fasc. VII, Lettere di C. Hambro a Ottavio di Revel. D’ora innanzi semplicemente “Carteggio Hambro-Revel”.

[2] Il carteggio Hambro-Revel è pervenuto all’Archivio di stato di Torino tramite la Soprintendenza Archivistica per il Piemonte e la Valle d'Aosta per acquisto sul mercato antiquario nel 2016. Cfr. anche Cap. Indice dei documenti

[3] Camillo Benso, conte di Cavour, cfr. anche A. Viarengo, Cavour, Salerno editrice, Roma, 2010.

[4] Ottavio Thaon di Revel, il protagonista del carteggio, cfr. anche Introduzione.

[5] Un prestito obbligazionario convertibile garantito dalle ferrovie, nel seguito sinteticamente riferito come “Prestito Hambro”, cfr.  anche, Il prestito Hambro.

[6] Cfr. Cap. Il Carteggio

[7] La prospettiva “antropocentrica” si propone di enfatizzare il ruolo svolto dall’uomo all’interno del processo storico. Mirando a ricostruire il punto di vista di chi i fatti li ha vissuti nel momento in cui li ha vissuti., tale approccio intende tra l’altro ridurre il rischio di incorrere in derive di tipo teleologico evitando ad esempio di interpretare gli eventi in retrospettiva sulla base della conoscenza degli sviluppi storici successivi.

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