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UN ORIGINALE PROGETTO DI AL KAMANDJATI, SCUOLA DI MUSICA IN PALESTINACHEPORTA LA MUSICA TRA I BAMBINI DEI CAMPI PROFUGHI, DAL LIBANO A GAZA
“La Palestina era molto conosciuta negli anni “40 per il suo insieme musicale “Here is Jerusalem”, composto da grandi poeti, compositori e musicisti che ne stimolavano ed arricchivano la vita musicale . Purtroppo, con l'occupazione, - racconta Ramzi Aburedwan, direttore della scuola Al Kamandjati (ilviolinista) - l' attività musicale cominciò a poco a poco a scomparire dalla società. Poi, lentamente, negli anni “90, con gli Accordi di Oslo, sono riprese alcune iniziative per rilanciare la vita musicale in Palestina. Ma la musica era ancora considerata un lusso.... Per questo l'Associazione Al Kamandjâti ha cominciato a lavorare per rendere “bene comune” la musica all'interno della società. E in questo modo una larga parte della società palestinese, soprattutto quella più marginalizzata, dei campi profughi e dei villaggi, ha potuto avere accesso alla musica. Fin dalla sua nascita, Al Kamandjati ha diffuso la musica, con concerti ed eventi, in tutta la Palestina, anche laddove era quasi assente l'attività culturale e musicale. Questo gran lavoro dal basso ha contribuito a cambiare il punto di vista della società palestinese sull'importanza della musica e della cultura, smettendo di considerarla un lusso per pochi. Sono nate istituzioni e gruppi musicali, ma il problema era che mancavano le professionalità per costruire e riparare strumenti musicali. Si era costretti ad andare in Israele, cosa costosa e difficile...... Così Al Kamandjati dal 2006 ha cominciato, anche rivolgendosi a musicisti e tecnici di altri paesi, compresa l'Italia, una attività di formazione locale di giovani per costruire e riparare strumenti musicali, ad archi, fiato, pianoforte”.
Ma Gaza è rimasta tagliata fuori da questa formazione, pur essendoci una quantità di giovani che amano e fanno la musica. Fu evidente, quando, nel 2008, al “Gaza Concert, Sing for freedom” (sostenuto dalla Rete Action for peace Italia per la Campagna Stop Gaza Siege) parteciparono oltre 1000 persone! E dunque quando Ramzi, durante un incontro a Ramallah lo scorso novembre, ha parlato di queste necessità di Gaza, la nostra associazione ha deciso di inserire nella campagna Cultura è Libertà un progetto preparato da Al Kamandjati, per creare a Gaza un laboratorio di formazione lavoro volto a costruire le professionalità necessarie, attraverso l'insegnamento di coloro già formatisi in Cisgiordania negli anni precedenti. L'idea che, in una terra tanto tormentata dalla violenza israeliana, la musica possa svilupparsi, contro la distruzione, ci è sembrata veramente bella, sia per la ricchezza culturale che porta con sé e che si rivolge in primo luogo ai bambini, sia per creare qualche occasione di lavoro (merce molto rara!). Il laboratorio, all'inizio, impiegherà 6 apprendisti, e sarà a disposizione di tutti gli individui e le istituzioni musicali che ne abbiano bisogno. E se riuscirà a fare il primo passo, con il progetto “Liutai a Gaza....”, potrà progressivamente diventare punto di riferimento in tutto il territorio per la riparazione e poi per la costruzione degli strumenti.
Adesso è urgente raccogliere fondi. In primo luogo per l'acquisto degli utensili da lavoro necessari.
Il progetto è stato presentato a Roma il 14 marzo, alla Casa del Jazz a Roma, insieme alla proiezione del film JUST PLAY, prodotto da Al Kamandjati e diretto dal regista Dimitri Chimenti, che ci conduce attraverso “la musica come arte di resistenza”, suonata all'aperto, dalla porta di Damasco in Gerusalemme, ai check points israeliani! Si continua con concerti, offerti da musicisti generosi, italiani e di altri paesi.
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