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“La via di uscita” è un cd/book che mi ha visto impegnato per circa due anni oltreché essere il frutto di un lavoro continuato di almeno nove anni attraverso ed attorno alle sonorità della musica etnica e della world music. Ma “La via di uscita” è anche e un libro di foto e poesie haiku che mi fanno dono di mostrarsi nella vita da quindici anni a questa parte.
Ho iniziato a suonare il didjeridoo, lo strumento a fiato di tradizione aborigena attorno al quale ruotano tutte le composizioni del cd, nel 1997. Ne è passata di acqua sotto i ponti ed “aria dentro i tubi”, tanta da considerare “La via di uscita” un lavoro maturo, una summa stilistica e creativa, un frutto di quanto praticato, nella carne, nella mente e nel cuore, in tutti questi anni.
Il progetto Ab Origine oggi, si avvale di una collaborazione on stage stabile con le percussioni di Mario Francavilla (Ab Origine duo) ma è nato dalla volontà di unificare cuori, menti e stili di ormai molti musicisti della scena nazionale ed internazionale che hanno avuto il desiderio di creare, attorno ad un asse comune di intenzione un lavoro che sia più della somma delle singole parti.
Quell'asse comune è sintetizzato nel nome dello stesso progetto musicale: Ab Origine, dal latino, alla sorgente. Non tanto musica originale quindi, quanto musica originaria, che abbia cioè a che fare con l'essenza della natura umana, così intrisa di mistero e sapienza al contempo e così trasversalmente condivisibile all'umanità. Una bella ambizione direte voi! per me una imprescindibile necessità, che con “La via di uscita” inizia forse a dare i suoi primi frutti.
In questa opera ho sentito la necessità di circondarmi di artisti e musicisti che mi fossero vicini prima di ogni altra cosa per sensibilità umana oltreché affinità musicale. Primo fra tutti Giuseppe Dal Bianco, polistrumentista a fiato (flauto traverso, hulusi, shofar, dizi) di rara sensibilità e maestria tecnica, poi il bravissimo Riccardo Casaroli, già presente nel precedente cd di Ab Origine Breathless, in qualità di batterista. Domenico Canzoniero ha apportato un tocco magico, sospeso, col suo pianoforte mentre Lorenzo De Boni ha sapientemente sottolineato alcune partiture con i suoi jew's harps. Otto Karl Wagner, rigore tedesco e cuore italiano, ci ha donato una magnifica traccia di sax mentre Ayub Noor Muhammad ha saputo amalgamare con rara maestria le sue tablas ed il suo daf in una composizione dal sapore tutt'altro che orientale. Patrizio Ligabue ha pennellato col canto armonico una traccia di quasi otto minuti, mentre Rossella Cosentino ed Antonello Vespucci chiudono il cd con una fusione di armonici tra il canto ed il poderoso suono del gong.
Tutto il lavoro è stato infine “cotto a fuoco lentissimo”, cesellato chirurgicamente da Nico Canzoniero, che oltre a curare la maggior parte delle registrazioni e mix/mastering ha quì suonato il suo magnifico saz turco. Il mio personale apporto, oltre che per la supervisione generale, arrangiamenti finali e composizione, è stato col didjeridoo, la sansula ed il flauto tin wisthle.
“La via di uscita” contempla quindi ben 11 musicisti ed almeno 18 strumenti suonati per un cd che va ascoltato tutto d'una fiato, concepito come una unica traccia musicale suddivisa in 8 parti. Un cd che funge da colonna sonora per la musica visuale delle foto e degli haiku del libro.
Da che ne ho memoria, la poesia ha sempre accompagnato e sostenuto la mia vita, rischiarandone i momenti bui e rivelandone un fondo di insondabile mistero in quelli luminosi.
Il precoce incontro con le arti marziali e le discipline del corpo/mente che da allora seguo ininterrottamente, m'hanno portato naturalmente verso quello che Jack Kerouac (autore di haiku “americani”) definì magistralmente così: “Un buon haikù” diceva, “è in grado di darti la stessa sensazione che si prova guardando un dipinto di Van Gogh. Esso è lì e tu non puoi fare o dire niente fuorché guardare e restare sgomento di fronte all’intensità di ciò che stai guardando”. Ancora oggi per me gli haiku, indipendentemente dalla loro peculiare struttura metrica, sono uno squarcio nella scontatezza del quotidiano, come direbbe il mio Maestro di meditazione e Aikido Franco Bertossa, i quali di tanto in tanto si donano a me inaspettatamente, rapidamente ed intensamente.
Ho selezionato 40 haiku da una collezione ben più ampia di quasi quindici anni. Pensando di presentarli nella forma artistica ad essi più consona, che non è la letteratura bensì la visione estetica intuitiva, ho voluto associarli ad una foto o immagine di modo da rafforzarne l'effetto. Talvolta nostalgico, tale altra straniante ed altre ancora stridente, un haiku, se colto, non lascia mai indifferenti. E dico ciò ben consapevole che anche questo lavoro, sebbene coltivato nello spazio della mia personale intimità non ha al contempo nulla di personale. Esso tenta di andare dritto al cuore, a quella stessa essenza trasversale a popoli, culture e tempi, a quella sorgente di cui sopra.
Grazie al caro Miko Meloni, amico di lunga data e al suo lavoro di documentarista in mezzo mondo, abbiamo tentato di associare gli haiku selezionati ad una foto, lasciando da parte, come vedrete, standard estetici preconfezionati e curando principalmente l'impatto emotivo nell'associazione tra parola/evocazione/musicalità ed immagine. Miko Meloni ha anche curato la regia del primo videoclip che presenta il cd/book: “La via di uscita” parte IV. Completano il libro alcune foto dei cari Alessandro Bianchini e Mauro Daviddi.
Il libro, nella mia idea, andrebbe sfogliato senza un ordine fisso, avendo come colonna sonora il cd ascoltato sempre tutto d'un fiato, suscitando sapori emotivi ed intuizioni di volta in volta inaspettati.
Ha infine rifinito tutto il lavoro del cd/book aiutandomi nella impaginazione delle grafiche e nella gestione dei testi (la stessa gestione qui assume la valenza di un haiku visuale nella sua disposizione), Rita Correddu, sensibile ed attenta compagna di pratica yogica e meditativa presso l'Associazione Asia.
Perché sono convinto che avrete tra le mani un lavoro finito e concreto, frutto di molte menti, cuori e corpi disposti lungo lo stesso significativo “asse comune”. Perché è un libro finemente curato, brossurato con copertina semi rigida da 400 grammi e 48 pagine a colori da 150 grammi. Perché le musiche non mancheranno di colpirvi, nel tempo. Perché il lavoro fatto col didjeridoo (per gli amici didjeridooisti) è il frutto della idea che da tempo coltivo e perseguo del didjeridoo musicale. Perché gli standard di registrazione, mix e mastering sono elevatissimi, perché è un lavoro indipendente licenziato con creative commons e come da piattaforma di crowfunding (Pdb) è realmente creato dal basso...anzi no, dalla sorgente!
Perché nel cd/book “La via di uscita”, in ogni suo minimo dettaglio, troverete sempre e solo un pensiero/sentimento di fondo. Che vi riguarda profondamente.
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Gianni Placido
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