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Sport Against Occupation

Una campagna di
ASD ZONA ORIENTALE RUGBY POPOLARE SALERNO

Contatti

Una campagna di
ASD ZONA ORIENTALE RUGBY POPOLARE SALERNO

Sport Against Occupation

Sport Against Occupation

Campagna terminata
  • Raccolti € 312,00
  • Sostenitori 7
  • Scadenza Terminato
  • Modalità Donazione semplice  
  • Categoria Comunità & sociale

Una campagna di 
ASD ZONA ORIENTALE RUGBY POPOLARE SALERNO

Contatti

Il Progetto

SPORT AGAINST OCCUPATION


Lo sport è di tutte e tutti.
Sosteniamo il diritto allo sport per le giovani e i giovani del Campo profughi palestinese di Nahr el Bared in Libano, garantendogli un anno di attività sportive. 

Luogo del progetto: Campo profughi palestinese di Nahr el Bared, Libano

La direzione del progetto è affidata all’Istituzione nazionale di assistenza sociale e formazione professionale (NISCVT), meglio conosciuta come Beit Atfal Assumoud (BAS)

Coordinatori: Collettivo Handala Salerno e Zona Orientale Rugby popolare
Obiettivi: permettere alle ragazze e ragazzi del campo di fare sport coprendo i costi annuali necessari.

Introduzione:  Sport Against Occupation

Crediamo da sempre che lo sport sia un importante strumento di inclusione, confronto, riscatto sociale e costruzione di solidarietà. Attraverso lo sport cerchiamo di rendere concreta la nostra solidarietà verso i troppi palestinesi costretti a vivere da profughi a causa dell’occupazione israeliana. Lo sport non ha confini e pensiamo possa sfidare anche la peggiore delle occupazioni militari e regalare un sorriso a chi vede negarsi qualsiasi prospettiva di futuro. 
Tutti hanno il diritto di fare sport, per questo come Collettivo Handala e Z.O. Rugby Salerno, in collaborazione con l’associazione Beit Aftal Assomud, abbiamo deciso di farci carico del progetto volto a garantire un anno di attività sportive per i giovani del campo profughi palestinese di Nahr el Bared in Libano, affinché un giorno le giovani e i giovani del campo possano tornare a fare sport in Palestina. 


Contesto generale: Il dramma dei rifugiati palestinesi in Libano

Dal 1947 al 1949, prima e dopo la dichiarazione d’indipendenza israeliana, più di 750.000 palestinesi vennero espulsi o costretti ad abbandonare le proprie case, la loro terra per cercare rifugio nei Paesi confinanti. Attualmente i profughi palestinesi sarebbero oltre 5 milioni secondo le stime Unrwa anche se il loro numero reale dovrebbe essere intorno ai 7 milioni. 
Circa il 70% dei palestinesi è rifugiato, mentre un terzo di tutti i rifugiati al mondo è palestinese. Quasi metà dei rifugiati palestinesi è apolide. 
Per decenni, Israele ha negato loro il diritto al ritorno, violando la Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite n.194, mentre supportava una sregolata immigrazione ebraica. 
I rifugiati palestinesi sono i soggetti più colpiti dal conflitto con Israele: soffrono della mancanza dei diritti umani fondamentali, di protezione e assistenza internazionale.
Ad oggi l'agenzia UNRWA, l’agenzia ONU per i palestinesi, conta 59 campi distribuiti tra Libano, Giordania, Siria, Cisgiordania Palestina e Gaza
In Libano esistono 12 campi profughi ufficiali.
Nel 1948, alla costituzione dello Stato di Israele, circa 130.000 palestinesi si rifugiarono in Libano. Di questi, 106.800 vennero registrati nel censimento del 1950 condotto da Croce Rossa e UNRWA.
Quelli non emigrati, e i loro discendenti, formano i circa 500 mila profughi palestinesi oggi registrati in Libano. La metà circa dei palestinesi in Libano ha meno di 18 anni.
Il 53% dei palestinesi continua a vivere nei campi profughi, sovraffollati e senza spazio per le nuove costruzioni. Insieme ad essi nei campi ora vivono anche molti tra gli emarginati del Libano: persone provenienti dalle Filippine e dal Bangladesh, gente che lavora in nero per poche lire e solo qui trova rifugio. In alcuni campi, il 5-10% della popolazione non è palestinese, toccando anche punte del 50% in seguito all’arrivo dei profughi siriani, rendendo la situazione ancora più esplosiva
Diversamente da quanto accade in altri Paesi, i profughi palestinesi che vivono in Libano sono assolutamente privi dei diritti civili e sociali. Fin dal 1948 essi sono ritenuti dallo Stato libanese un grave problema e considerati stranieri a tutti gli effetti e, quindi, non possono usufruire di alcun servizio offerto dal Paese ospitante. I profughi palestinesi in Libano non hanno il diritto alla cittadinanza, ai servizi sociali e all'istruzione, hanno un accesso limitato al mercato del lavoro, infatti, secondo la legge libanese non possono accedere a ben 72 professioni. Inoltre una recente legge ha cancellato per i profughi palestinesi il diritto alla proprietà. Per tutti i profughi palestinesi che, prima dell’entrata in vigore della legge, possedevano una casa è stata introdotto il divieto all’ereditarietà. Chi possiede una casa non può lasciarla agli eredi. 
I profughi palestinesi sono nel corso degli anni diventati sempre più poveri ed emarginati. 
A determinare le pessime condizioni di vita dei profughi palestinesi concorrono diversi fattori: da un lato il bilancio dello Stato libanese non prevede alcun investimento per migliorare le loro condizioni di vita né la struttura confessionale aiuta una loro integrazione. Dall’altro il blocco dei bilanci dell’UNRWA non permette all’agenzia dell’ONU di aumentare i suoi servizi in modo proporzionale all’aumento della popolazione nei campi. 
Il taglio totale dei finanziamenti Usa all’UNRWA rischia di minare seriamente l’esistenza stessa dell’agenzia e il futuro di milioni di rifugiati.
A rischio vi è l’accesso all’educazione per 526000 ragazze e ragazzi, l’assistenza sanitaria per 3milioni di rifugiati, il supporto economico e alimentare per 1,7 milioni di rifugiati che vivono in condizioni di estrema vulnerabilità.
Per quel che riguarda il Libano a rischio vi è l’accesso all’educazione per 37000 bambine e bambini rifugiati a cui si sommano i circa 5500 palestinesi siriani fuggiti dalla guerra, i servizi medici per 160000 pazienti e i servizi di assistenza sociale per 61000 persone che vivono sotto la soglia di povertà. 
Incentivando gli altri stati a mettere in discussione il ruolo dell’UNRWA e lo staus di rifugiato palestinese, gli Usa ed Israele, negano l’esistenza di milioni di rifugiati, cioè la loro stessa possibilità di esistere in quanto Palestinesi, acuendo una situazione umanitaria già di per se tragica.


Luogo del progetto: Nahr el Bared Camp

Il campo di Nahr el Bared si trova a nord di Tripoli, a 16 chilometri dalla strada costiera nel nord del Libano. La sua vicinanza al confine siriano ne faceva uno snodo centrale per il commercio locale della regione di Akkar. 
Le onde del Mediterraneo bagnano il fianco occidentale del campo ma né questa apertura sul mare, né la vista sulla costa che si estende fino alla Siria, placano la sensazione degli abitanti di vivere in spazi ristretti e senza prospettive.
A metà del 2007, circa 27.000 rifugiati palestinesi sono stati sfollati dal campo di Nahr el Bared e dalle aree adiacenti nel nord del Libano, a causa del conflitto tra le forze armate libanesi e il gruppo estremista di Fatah al-Islam, che si era infiltrato nel campo.

Il campo è stato pesantemente bombardato durante l'assedio di tre mesi. Si stima che circa il 95 per cento di tutti gli edifici e delle infrastrutture siano stati distrutti o danneggiati in modo irreparabile, costringendo i residenti a fuggire nel vicino campo di Beddawi. 
Nonostante il forte deficit dell’Unrwa la ricostruzione sebbene a piccoli passi è partita, anche se mancano all’appello 90 milioni di dollari necessari per consentire a tutti di avere un tetto sulla testa. Attualmente il 53% dei residenti (2641 famiglie) ha fatto ritorno nel campo, e con ulteriori fondi dovrebbe permettersi il ritorno del 68% della popolazione del campo entro la fine del 2019. Quel che è certo però, è che ad ora 2298 famiglie pari a circa 10000 residenti restano ancora sfollate a causa della mancanza di fondi, continuando a vivere in alloggi temporanei nel vicino campo di Beddawi o peggio ancora in delle vere e proprie stalle in lamiera presenti all’interno del campo. (dati aggiornati a gennaio 2018)
La ricostruzione ha comportato la perdita di 1/3 della superfice del campo; rispetto agli altri campi la strada centrale è più larga per consentire l'ingresso dei carriarmati. 
Nel campo di Nahr El Bared, la situazione delle famiglie se nel passato erano difficili ora lo sono ancora di più. Cambiano davvero di male in peggio. E poiché i giovani sono privati di molti posti di lavoro in Libano, e non ci sono opportunità di lavoro a loro disposizione, la gente nel campo come in tutti i campi in Libano soffre ancora di povertà e malnutrizione. Sente il razzismo e il rifiuto in un paese che ha sofferto di guerre, crisi e molti problemi sociali.
Tutti questi fattori influenzano negativamente soprattutto la vita dei bambini e dei giovani, specialmente dopo la crisi di Nahr El Bared nel 2007. La povertà, malnutrizione, razzismo e problemi sanitari e sociali aumentano di giorno in giorno.
Dopo la ricostruzione di una parte del campo, sono emersi molti nuovi problemi come problemi familiari e divorzi perché le case ricostruite sono strettissime. La necessità di far fronte ai nuovi problemi dei bambini come problemi psicologici, bullismo, violenza, abbandono scolastico e molti altri problemi sociali come il fumo, la droga, l'abuso.


L’associazione Beit Atfal Assomoud

L’Istituzione nazionale di assistenza sociale e formazione professionale (NISCVT), conosciuta come Beit Atfal Assumoud (BAS) è un’organizzazione umanitaria, non settaria e non governativa e non è legata a nessun gruppo né a nessun partito politico o gruppo religioso. Fu fondata il 12 Agosto 1976, dopo il massacro di Tal Al Zaatar, per dare assistenza e accoglienza ai bambini orfani che avevano perso i genitori nel massacro, con la licenza no. 135/AD concessa il 18 Febbraio 1980. Oggi il NISCVT fornisce servizi ai palestinesi rifugiati in Libano e ad altre persone svantaggiate di altre nazionalità che vivono nei campi o nelle loro vicinanze.
NISCVT si propone di contribuire allo sviluppo della comunità palestinese in Libano attraverso servizi che rispondano ai bisogni delle famiglie e attraverso progetti di genere volti a sviluppare le potenzialità e le capacità di bambini, giovani, donne e genitori o tutori.
I programmi di NISCVT si concentrano su istruzione, sviluppo sociale, salute e sostegno. 
All'interno di questi tre campi di lavoro, gestisce centri polivalenti, asili, cliniche dentali, e centri di consulenza psicosociale. Offrendo una varietà di programmi educativi, culturali e ricreativi, campi estivi, servizi bibliotecari, cliniche mediche e altri progetti specializzati, la NISCVT cerca di affrontare le molte necessità dei rifugiati palestinesi in Libano, mantenendo l’attenzione sulle famiglie e i giovani.
Nel campo di Nahr el Bared il lavoro dell’associazione è iniziato nell'anno 1987, all'interno di una piccola casa in affitto. Nel 1990, un nuovo centro spazioso fu costruito grazie al sostegno finanziario del Comitato giapponese per i bambini della Palestina (JCCP). 
Diversi sono i progetti portati avanti nel campo, che riguardano l’istruzione, la sanità, l’educazione, il sostegno psicologico, nonché lo sport.

L’associazione Beit Atfal Assomoud attraverso il suo club sportivo lavora con 150 bambini (ragazzi e ragazze) impegnandoli in molte attività sportive come il calcio, il Ping Pong, gli scacchi, campeggio estivo annuale e molte altre attività che mirano a:

    • Offrire loro la possibilità di praticare il diritto a giocare;
    • Dare la possibilità di creare e migliorare i loro talenti in luoghi e aree aperte;
    • Ridurre i problemi psicologici e stress;
    • Combattere il razzismo la violenza il bullismo e contrastare il rischio di molestie;
    • Proteggerli dagli abusi con numerose sessioni di sensibilizzazione sanitaria e sociale e abilità di vita;
    • Catalizzare la creazione di relazioni tese alla comunicazione positiva;
    • Coinvolgerli nella società e sviluppare autoefficacia e accettazione personale;
    • Dar loro la possibilità di esprimersi senza paura o esitazione, anche in caso di stress, abuso e violenza.

Per raggiungere questi obiettivi, ci sono nel club sportivo di Beit Atfal Assomoud molti istruttori ben attrezzati, con esperienza eccellente nel trattare, seguire, addestrare e insegnare ai bambini ciò di cui hanno realmente bisogno per affrontare i loro problemi e superare le loro cattive condizioni.


Obiettivi del progetto: Sostenere lo sport popolare nel campo di Nahr el Bared coprendo le spese necessarie a consentire alle ragazze e ragazzi palestinesi di poter giocare a calcio e fare sport.

Nel campo c'è solo un campo da gioco per 17 squadre, quindi i club sportivi noleggiano sempre piccoli parchi giochi per circa 200 $ al mese, hanno bisogno di abbigliamento sportivo, scarpe, mancano altre attrezzature sportive e l'associazione non riesce a coprire tutti i costi.
Sin dal 1989 nel campo è stata fondata una squadra di calcio divisa in tre gruppi e comprendente 75 giocatori.  Dopo la crisi siriana, è stata creata un'altra squadra per i palestinesi sfollati dalla Siria.
I costi annuali di cui la squadra ha bisogno sono i seguenti:

No

Needs

Quantity

Items costs

Total

Sport Clothes

75

25 $

1875 $

Sports shoes

75

30 $

2250 $

Footballs

15

25 $

375 $

Annual Transportation for training and matches

1500 $

Annual Sports Equipment (net, whistle, training kit…)

1000 $

Annual Renting Playground

1500 $

Treatment of players' injuries

1250 $

Total:

9750 $

Vi ringraziamo per il sostegno.

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